MACRO – MUSEO PER L’IMMAGINAZIONE PREVENTIVA

Il 24 aprile 2020  apre Museo per l’Immaginazione Preventiva, il programma triennale del nuovo direttore artistico del MACRO Luca Lo Pinto: un unico progetto espositivo che evolve in modo organico fino alla fine del 2022. Museo per l’Immaginazione Preventiva prende forma come un magazine tridimensionale, in cui ogni spazio del museo è ripensato come una specifica rubrica. L’architettura fluida che caratterizza il MACRO diventa così la griglia di un’impaginazione aperta a contenuti eterogenei e all’improvvisazione: un centro culturale dove una struttura editoriale si traduce in una forma vivente. La programmazione non sarà quindi caratterizzata da sole mostre, ma da una serie di formati: MONO per le monografie interdisciplinari; MEDIUM per sezioni dedicate ad ambiti e processi non convenzionali ma oggi centrali nelle pratiche artistiche contemporanee; RETROFUTURO, uno speciale display che ripensa la collezione attuale e funge da palinsesto dove esporre le opere di una collezione in fieri dedicata alle nuove generazioni; SOLO / MULTI, mostre monografiche, con l’eccezione di qualche collettiva, dedicate a figure fuori formato, coerenti all’attitudine interdisciplinare del museo; AGORÀ, il motore discorsivo del museo, con un programma di incontri a loro volta scanditi in formati; EXTRA, che sviluppa sia una MACRO Academy che funga da software per attività di approfondimento e formazione sia uno spazio permanente dedicato all’attività didattica per i bambini.

La collezione del MACRO, fino a ora non accessibile al pubblico, emergerà dai depositi sotto forma di una serie di immagini delle opere e degli spazi in cui sono conservate. Tale processo non solo consentirà di rendere visibile la collezione, riflettendo sullo status dell’opera in un’epoca in cui questa è sempre più mediata dalle immagini, ma la attiverà come una meta-collezione predisposta ad accogliere un nuovo nucleo di opere di giovani artisti italiani in una stratificazione di temporalità, generazioni e linguaggi. Se la gratuità è un elemento fondante della relazione con il visitatore, questa si sviluppa prediligendo all’evento l’istituzione in sé, quale luogo di produzione continua di conoscenza dove accade costantemente qualcosa. La connessione tra gli ambienti offre la possibilità di navigare in modo fluido ma al tempo stesso richiederà di trovare i nessi tra i diversi elementi, focalizzando l’attenzione sugli scarti tra le discipline.

La nuova identità visiva è realizzata dall’art director e designer Marco Campardo che segue lo sviluppo della comunicazione e il display espositivo per tutti i progetti, oltre a disegnare una serie di sedute per rendere lo spazio del museo più accogliente. Segno distintivo della nuova identità visiva è l’avatar del museo disegnato dall’artista Nicola Pecoraro, mentre il type design è realizzato dallo studio Omnigroup.

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