“Dicono che Roma sia il centro del mondo e che piazza di Spagna sia il centro di Roma, io e mia moglie, quindi si abiterebbe nel centro del centro del mondo, quello che sarebbe il colmo in fatto di centrabilità ed il colmo in fatto di antieccentricità.”
Giorgio de Chirico
Memorie della mia vita, 1945
Giorgio De Chirico, si stabilisce a Roma nel 1944, dopo un’intera vita caratterizzata da continui viaggi e girovagare tra diverse città d’Europa e un soggiorno a New York. Risiede definitivamente al civico 31 di Piazza di Spagna dal 1948, all’età di sessant’anni. Qui trascorrerà gli ultimi anni della sua vita. L’abitazione, collocata in una posizione “strategica”, nel cuore di quello che fu considerato il centro culturale e artistico della città fin dal Seicento: caratterizzato dalla presenza degli atelier di Via Margutta e Via del Babuino, le gallerie d’arte, lo storico Caffè Greco in Via Condotti dove intratteneva le sue amicizie in ambito artistico, ma soprattutto l’affascinante scenario di Trinità dei Monti e di Villa Medici, che fu il luogo ideale dove stabilirsi e continuare a lavorare.
Grazie al lascito di Isabella Far, la Casa Museo di Giorgio de Chirico è attualmente accessibile al pubblico. Fu inaugurata il 20 novembre 1998, anniversario ventennale della scomparsa dell’artista, essa offre un’occasione unica di avvicinarsi al mondo privato e quotidiano di de Chirico, nonché di accedere al suo originale immaginario artistico, in un sorprendente e suggestivo intreccio tra arte e vita.
Appena entrati in casa, si viene catapultati in un luogo dal tipico gusto anni Cinquanta, dove gli ambienti presentano arredi restaurati secondo la testimonianza di foto d’epoca. Il piano principale è caratterizzato da sontuosi grandi saloni in stile seicentesco, con la presenza di un diverso numero di opere, tutte esclusivamente dell’artista Giorgio De Chirico. Dipinti e sculture sono esposti secondo il progetto espositivo della Fondazione con l’obiettivo di far conoscere al pubblico i diversi soggetti e temi elaborato dal Maestro, conducendoci lungo un percorso affascinante: dalla selezione di opere degli anni ’40 e ’50 – tra le quali alcuni mirabili d’apres dai Grandi Maestri, ritratti di Isabella e autoritratti – passando per il particolare corpus delle “Vite silenti” esposte nella sala da pranzo, fino alla produzione pittorica degli ultimi dieci anni della sua carriera, il periodo cosiddetto “Neometafisico”, visibile nella parte nuova della casa acquistata verso la fine degli anni Sessanta. Infine, le sculture in bronzo, poi dorato o argentato, come presenze silenziose disseminate nei vari ambienti, raccontano i miti classici reinterpretati secondo l’immaginario dell’artista o i personaggi della sua personale mitografia. La Linving Gallery, è stata concepita come la parte più vitale della casa, dove avvenivano continui incontri e ricevimenti.
Al secondo piano, si possono visitare gli ambienti più intimi della casa, tra cui le stanze da letto, con un’incantevole vista su Trinità Dei Monti e lo studio creativo dell’artista, ricostruito fedelmente a quello esistente quando ci lavorava De Chirico. Esso rappresenta uno dei luoghi più suggestivi di tutta la casa: la luce che filtra dall’ampia apertura del soffitto si posa sul cavalletto del Pictor Optimus e sui numerosi oggetti del mestiere come pennelli, colori, cornici, e la tavolozza usato dal Maestro con le sue ultime due opere lasciate incompiute, ma allo stesso tempo lasciate lì come pronte per il prossimo lavoro. Sono presenti anche diversi modelli in gesso di statue antiche, gladiatori e cavalli, sovrastano la biblioteca personale dell’artista, ricca di preziose monografie: da Watteau a Courbet, Delacroix, Rubens e molti altri.