PIANO AD INDUZIONE: SI O NO?

Prima di iniziare a parlarvi del perché ho fatto una delle scelte che ha cambiato positivamente la mia vita e quella di chi frequenta la mia cucina, è giusto introdurvi nel mondo dei piani cottura e fare una distinzione generale su quelli attualmente in commercio.

PIANO COTTURA A GAS: il Gas prelevato da una comune bombola o metanodotto, viene convogliato attraverso dei tubi nei vari bruciatori. Si sceglie la quantità di gas da erogare e, grazie ad una scarica elettrica o un accendino, si innesca la combustione trasformando il gas in fiamma. E’ ancora oggi il metodo più usato e facilmente reperibile nelle abitazioni private, non ha bisogno di un particolare pentolame. Esso presenta però dei particolari svantaggi che mi hanno convinta a non tornare più all’uso di esso, come la pulizia non particolarmente agevole, emissioni e perdite di gas pericolosi per la salute.

PIANO COTTURA RADIANTE: attraverso l’aiuto della corrente elettrica, una resistenza di forma circolare concentrica, alloggia sotto un piano in vetroceramica. Come nel piano a gas, l’intensità di calore viene gestita attraverso manopole, che scaldando la vetroceramica, trasmettono il calore al pentolame.  E’ necessario avere un pentolame perfettamente piatto in modo da avere aderenza e scaldarsi uniformemente. Il piano cottura radiante è l’esempio in cui bisogna prestare particolare attenzione anche dopo aver finito di cuocere. Nel caso di distrazione e contatto con il nostro corpo si possono avere gravi ustioni.

PIANO COTTURA ALOGENO: vengono alimentati dalle luci alogene infrarosse e ad alta efficienza, anche esse poste sotto un piano in vetroceramica, scaldano il pentolame. Sono necessarie pentole che non abbiano il fondo lucido perché comporterebbe la riflessione della luce infrarossa e quindi non assorbita. Sono però richiesti tempi di cottura più lunghi rispetto a gli altri tipi di piano cottura e presenta alcune difficoltà sulla pulizia, poiché le elevate temperature tendono ad abbrustolire residui di cibo che potrebbero cadere sulla superficie.

infine, il PIANO AD INDUZIONE, protagonista del post.

Con il sistema a induzione, il rendimento in cucina è altissimo, ben il 90%. Il segreto sta nelle bobine sotto il piano in vetroceramica, che alimentate dall’energia elettrica, generano un campo magnetico che si trasferisce direttamente alle pentole, scaldandole. Il piano di questo genere presente molti e particolari vantaggi da non sottovalutare, come la praticità nel mantenerlo pulito essendo un piano perfettamente liscio, ma il vantaggio più importante è l’assenza di fiamme e quindi assenza di fughe di gas. A differenza degli altri piani elettrici, ha il vantaggio di far mantenere la superficie in vetroceramica fredda anche alle estremità delle pentole, riducendo al minimo la possibilità di scottarsi. La cottura è più rapida, ma sopratutto più precisa: si possono impostare diversi livelli di temperatura. Per quanto riguarda le pentole, esse devono avere un fondo perfettamente piatto e con uno strato apposito che serva ad attivare il campo magnetico.  Può inizialmente essere un svantaggio perché comporta sostituzione di tutte le pentole, non solo quelle in ferro ma anche  rame, alluminio e terracotta, ma esistono anche dei dischi adattatori che permettono l’uso sul fornello ad induzione senza rinunciare a tutti i tipi di pentole. Uno dei aspetti che mi ha colpita di più nell’uso del piano a induzione è il riconoscimento automatico della pentola posta sul piano: esso si attiva solo il presenza della pentola e, nel caso di dimenticanza di spegnere il dispositivo, esso si arresta. Parlando di costi e consumi, si può paragonare solo a gli altri piani elettrici, ed è quindi al primo posto per quanto riguarda il risparmio sulla bolletta.

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